Conseguenze nefaste
No deal, monito del settore auto UE
24 settembre 2019 upsa-agvs.ch – 23 associazioni automobilistiche europee mettono in guardia dalle conseguenze di una hard Brexit. Per il settore, il libero commercio è indispensabile.
jas. A un mese circa dall’uscita della Gran Bretagna dall’UE, 23 associazioni automobilistiche europee hanno lanciato un monito energico contro le conseguenze di una Brexit senza accordo. Il loro timore è che un no deal possa scatenare un «terremoto» economico. Difatti non c’è ancora soluzione al conflitto tra l’UE e la Gran Bretagna. Il premier britannico Boris Johnson ha promesso che il suo paese uscirà comunque dall’UE alla fine di ottobre, se necessario anche senza accordo. Il parlamento ha però emanato una legge per impedirlo.
In caso di uscita senza accordo, l’industria automobilistica andrebbe incontro a pesanti dazi doganali. Difatti, scatterebbero automaticamente i dazi dell’OMC su auto e furgoni, il che significherebbe un rincaro di 6,2 miliardi di franchi per l’industria, i consumatori nell’UE e in Gran Bretagna – con enormi ripercussioni sul settore automobilistico europeo. Il comparto produce ogni anno 19,1 milioni di veicoli e dà lavoro a 13,8 milioni di persone, vale a dire a un occupato UE su 16.
La fine del libero commercio avrebbe un enorme impatto sulla produzione just in time di costruttori e fornitori. Stando alle stime, nella sola Gran Bretagna i conseguenti rallentamenti costerebbero 60’000 franchi al minuto. Il ramo automobilistico ritiene che gli inconvenienti e i rincari dovuti ai dazi debbano essere sventati a ogni costo.
Christian Peugeot, presidente dell’omonima casa, spiega: «La Brexit non è un problema solo britannico. Tutta l’industria automobilistica è preoccupata. Sia gli esportatori verso il mercato britannico sia i produttori locali – noi lo siamo entrambi – ne risentiranno inevitabilmente.» Sigrid de Vries, segretaria generale della federazione europea delle aziende di componentistica CLEPA, si associa: «L’industria automobilistica europea è perfettamente integrata nelle catene di fornitura globali. Un solo veicolo si compone di circa 30’000 parti, molte delle quali superano più volte i confini europei. Il commercio senza dazi e barriere e la sicurezza a livello regolamentare sono quindi di fondamentale importanza. La Brexit ha un impatto negativo su tutti questi aspetti.»
Con una dichiarazione congiunta le 23 principali associazioni automobilistiche europee ribadiscono i gravi effetti che una Brexit senza accordo produrrebbe su costruttori, fornitori, clienti e non da ultimo sui garagisti di tutta Europa. E di conseguenza anche in Svizzera. Non resta che sperare che questo appello alla ragionevolezza non resti inascoltato.
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jas. A un mese circa dall’uscita della Gran Bretagna dall’UE, 23 associazioni automobilistiche europee hanno lanciato un monito energico contro le conseguenze di una Brexit senza accordo. Il loro timore è che un no deal possa scatenare un «terremoto» economico. Difatti non c’è ancora soluzione al conflitto tra l’UE e la Gran Bretagna. Il premier britannico Boris Johnson ha promesso che il suo paese uscirà comunque dall’UE alla fine di ottobre, se necessario anche senza accordo. Il parlamento ha però emanato una legge per impedirlo.
In caso di uscita senza accordo, l’industria automobilistica andrebbe incontro a pesanti dazi doganali. Difatti, scatterebbero automaticamente i dazi dell’OMC su auto e furgoni, il che significherebbe un rincaro di 6,2 miliardi di franchi per l’industria, i consumatori nell’UE e in Gran Bretagna – con enormi ripercussioni sul settore automobilistico europeo. Il comparto produce ogni anno 19,1 milioni di veicoli e dà lavoro a 13,8 milioni di persone, vale a dire a un occupato UE su 16.
La fine del libero commercio avrebbe un enorme impatto sulla produzione just in time di costruttori e fornitori. Stando alle stime, nella sola Gran Bretagna i conseguenti rallentamenti costerebbero 60’000 franchi al minuto. Il ramo automobilistico ritiene che gli inconvenienti e i rincari dovuti ai dazi debbano essere sventati a ogni costo.
Christian Peugeot, presidente dell’omonima casa, spiega: «La Brexit non è un problema solo britannico. Tutta l’industria automobilistica è preoccupata. Sia gli esportatori verso il mercato britannico sia i produttori locali – noi lo siamo entrambi – ne risentiranno inevitabilmente.» Sigrid de Vries, segretaria generale della federazione europea delle aziende di componentistica CLEPA, si associa: «L’industria automobilistica europea è perfettamente integrata nelle catene di fornitura globali. Un solo veicolo si compone di circa 30’000 parti, molte delle quali superano più volte i confini europei. Il commercio senza dazi e barriere e la sicurezza a livello regolamentare sono quindi di fondamentale importanza. La Brexit ha un impatto negativo su tutti questi aspetti.»
Con una dichiarazione congiunta le 23 principali associazioni automobilistiche europee ribadiscono i gravi effetti che una Brexit senza accordo produrrebbe su costruttori, fornitori, clienti e non da ultimo sui garagisti di tutta Europa. E di conseguenza anche in Svizzera. Non resta che sperare che questo appello alla ragionevolezza non resti inascoltato.
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