Consiglio nazionale
Accelerare l’elettrificazione della mobilità
22 agosto 2018 agvs-upsa.ch - La Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale ha deciso di accelerare l’elettrificazione della mobilità.
pd. Nel quadro della deliberazione di dettaglio della revisione totale della legge sul CO2, la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale si è occupata delle soluzioni atte a ridurre le emissioni di CO2 prodotte dai veicoli. Per quanto riguarda i pertinenti articoli (da 10 a 17), la Commissione si è essenzialmente allineata a quanto propone il Consiglio federale, dichiarandosi convinta che nel settore dei trasporti esista ancora un importante potenziale di riduzione. Ad esempio, approva la norma per cui a partire dal 2021 la media annua delle emissioni di CO2 delle automobili messe in circolazione per la prima volta non dovrà superare 95 g CO2/km. Essa vuole inoltre che al Consiglio federale sia attribuita la competenza di stabilire obiettivi intermedi, agevolazioni e deroghe. Al proposito, osserva che le agevolazioni non debbano poter essere applicate più a lungo di quelle in vigore nell’Unione europea.
La Commissione ha deciso, con 13 voti contro 12, di completare il progetto del Consiglio federale con un punto essenziale: agli importatori di automobili deve essere consentito di non contabilizzare i veicoli elettrici nella media delle emissioni di CO2 dei nuovi veicoli. Dato che gli acquirenti di veicoli elettrici non farebbero più abbassare automaticamente la media delle emissioni dei veicoli importati, l’importazione di veicoli a forte emissione non sarebbe agevolata. La Commissione si propone in tal modo di accelerare l’elettrificazione della mobilità, in particolare spianando la via allo sviluppo in Svizzera di progetti di compensazione nel settore della mobilità elettrica. Una minoranza respinge la norma proposta, ritenendola svantaggiosa per il settore automobilistico. Altre minoranze chiedono l’adozione di misure ancora più incisive, come un valore obiettivo per le automobili di 20 g CO2/km a partire dal 2030, o al contrario direttive meno severe.
pd. Nel quadro della deliberazione di dettaglio della revisione totale della legge sul CO2, la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio nazionale si è occupata delle soluzioni atte a ridurre le emissioni di CO2 prodotte dai veicoli. Per quanto riguarda i pertinenti articoli (da 10 a 17), la Commissione si è essenzialmente allineata a quanto propone il Consiglio federale, dichiarandosi convinta che nel settore dei trasporti esista ancora un importante potenziale di riduzione. Ad esempio, approva la norma per cui a partire dal 2021 la media annua delle emissioni di CO2 delle automobili messe in circolazione per la prima volta non dovrà superare 95 g CO2/km. Essa vuole inoltre che al Consiglio federale sia attribuita la competenza di stabilire obiettivi intermedi, agevolazioni e deroghe. Al proposito, osserva che le agevolazioni non debbano poter essere applicate più a lungo di quelle in vigore nell’Unione europea.
La Commissione ha deciso, con 13 voti contro 12, di completare il progetto del Consiglio federale con un punto essenziale: agli importatori di automobili deve essere consentito di non contabilizzare i veicoli elettrici nella media delle emissioni di CO2 dei nuovi veicoli. Dato che gli acquirenti di veicoli elettrici non farebbero più abbassare automaticamente la media delle emissioni dei veicoli importati, l’importazione di veicoli a forte emissione non sarebbe agevolata. La Commissione si propone in tal modo di accelerare l’elettrificazione della mobilità, in particolare spianando la via allo sviluppo in Svizzera di progetti di compensazione nel settore della mobilità elettrica. Una minoranza respinge la norma proposta, ritenendola svantaggiosa per il settore automobilistico. Altre minoranze chiedono l’adozione di misure ancora più incisive, come un valore obiettivo per le automobili di 20 g CO2/km a partire dal 2030, o al contrario direttive meno severe.