Covid-19
L’Unione delle arti e mestieri chiede la fine immediata del lockdown
13 aprile agvs-upsa.ch – L’Unione svizzera delle arti e mestieri critica la politica sul coronavirus del Consiglio federale e lo esorta a terminare immediatamente il lockdown.
Foto d'archivio: sgv-usam.ch
pd. L’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) ha valutato criticamente la situazione attuale, gli strumenti politici adottati per affrontare la crisi e le misure introdotte. Il risultato mostra che la vera sfida nella gestione della pandemia consiste nel ponderare il conflitto di obiettivi, trovare l’equilibrio tra dossier e interessi. Una chiusura delle attività sociali ed economiche, cioè un lockdown assoluto o parziale, sarebbe una palese violazione di questo equilibrio con elevati costi economici e sociali. Pertanto, l’USAM chiede la fine immediata del lockdown nella logica della protezione mirata, come previsto dalla legge COVID-19.
«La crisi pandemica è uno stress test per il sistema socio-politico svizzero, per la sua economia e anche per il suo sistema politico», ha dichiarato Hans-Ulrich Bigler, direttore dell’USAM, all’apertura della conferenza per i media. Tuttavia, come è emerso dalla conferenza, una crisi offre anche l’opportunità di correggere gli errori e, quindi, di essere meglio preparati per la crisi in corso e per le crisi future. Solo così si può superare in futuro lo stress test, solo così si può nuovamente rafforzare la resilienza.
L’USAM ha valutato da questo punto di vista la politica del Consiglio federale e ha dovuto constatare che la politica del governo federale è orientata unilateralmente soltanto verso la politica sanitaria. Fattori importanti come la politica economica e finanziaria o le questioni sociali non sarebbero inclusi. In particolare, Bigler ha dichiarato in tutta chiarezza che la Seco non è mai stata in grado di dare un impulso di politica economica per superare la crisi. «È stata piuttosto un fallimento totale ed è stata o è dominata dall’UFSP», ha affermato Hans-Ulrich Bigler davanti ai media. Questa unilateralità comporta misure sproporzionate e un lockdown dannoso per l’economia, le finanze pubbliche e la società nel suo complesso.
La logica della protezione mirata, invece, sarebbe un bilanciamento dei conflitti d’interesse e, quindi, proporzionata. Grazie a test diffusi, a un programma vaccinale intensivo e al tracciamento dei contatti, si interromperebbero le catene di infezione, mentre mediante piani di protezione si eviterebbero nuove infezioni. Questo principio è stato chiaramente sancito dal Parlamento federale nell’articolo 1 cpv. 2 bis della legge COVID-19. Il Consiglio federale è chiamato a seguire in tutta coerenza questa disposizione. «Infatti, tutte queste misure proporzionate permettono l’apertura e il ritorno a una sana vita economica e sociale», sottolinea Bigler, direttore dell’USAM.
«La crisi pandemica è uno stress test per il sistema socio-politico svizzero, per la sua economia e anche per il suo sistema politico», ha dichiarato Hans-Ulrich Bigler, direttore dell’USAM, all’apertura della conferenza per i media. Tuttavia, come è emerso dalla conferenza, una crisi offre anche l’opportunità di correggere gli errori e, quindi, di essere meglio preparati per la crisi in corso e per le crisi future. Solo così si può superare in futuro lo stress test, solo così si può nuovamente rafforzare la resilienza.
L’USAM ha valutato da questo punto di vista la politica del Consiglio federale e ha dovuto constatare che la politica del governo federale è orientata unilateralmente soltanto verso la politica sanitaria. Fattori importanti come la politica economica e finanziaria o le questioni sociali non sarebbero inclusi. In particolare, Bigler ha dichiarato in tutta chiarezza che la Seco non è mai stata in grado di dare un impulso di politica economica per superare la crisi. «È stata piuttosto un fallimento totale ed è stata o è dominata dall’UFSP», ha affermato Hans-Ulrich Bigler davanti ai media. Questa unilateralità comporta misure sproporzionate e un lockdown dannoso per l’economia, le finanze pubbliche e la società nel suo complesso.
La logica della protezione mirata, invece, sarebbe un bilanciamento dei conflitti d’interesse e, quindi, proporzionata. Grazie a test diffusi, a un programma vaccinale intensivo e al tracciamento dei contatti, si interromperebbero le catene di infezione, mentre mediante piani di protezione si eviterebbero nuove infezioni. Questo principio è stato chiaramente sancito dal Parlamento federale nell’articolo 1 cpv. 2 bis della legge COVID-19. Il Consiglio federale è chiamato a seguire in tutta coerenza questa disposizione. «Infatti, tutte queste misure proporzionate permettono l’apertura e il ritorno a una sana vita economica e sociale», sottolinea Bigler, direttore dell’USAM.
Foto d'archivio: sgv-usam.ch
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