Impegno del settore contro un approccio svizzero più severo

Disposizioni in materia di CO₂

Impegno del settore contro un approccio svizzero più severo

4 septembre 2024 agvs-upsa.ch – L’ordinanza sulla revisione della legge sul CO2, attualmente in consultazione, rischia di diventare una «Swiss Finish», ossia con disposizioni più severe di quelle dell’UE. L’UPSA si oppone al fatto che la Svizzera si muova da sola, per il bene dell’industria automobilistica e dell’ambiente. Timothy Pfannkuchen


L’industria automobilistica svizzera rischia di essere trattata in modo iniquo: nell’UE, i marchi automobilistici le cui flotte sono al di sotto di una certa media di CO2 ricevono come incentivo un valore obiettivo di CO2 inferiore per i nuovi veicoli con emissioni di CO2 inferiori. In Svizzera, questa pratica verrà in gran parte abolita come «Swiss Finish». Foto: Shutterstock

In effetti, non mancano le prove dell’impegno dell’industria automobilistica nei confronti dell’ambiente. L’esempio migliore: l’anno scorso siamo riusciti per la prima volta a rispettare i valori target di CO2 per i nuovi veicoli. Ma non appena questo importante ostacolo è stato superato, è arrivato un inasprimento della legge sul CO2 rivista a partire dal 2025, che il Consiglio federale ha adottato a marzo: le disposizioni di attuazione dell’ordinanza sul CO2 sono ancora in consultazione a Berna fino al 17 ottobre. Ancora una volta, la bozza prevede il cosiddetto «Swiss Finish», ovvero un inasprimento delle direttive europee per la Svizzera. Questo nonostante sia prevista l’adozione delle disposizioni dell’UE (come esplicitamente indicato nella legge).

Niente più incentivi per gli importatori 
Sono stati fissati i valori limite che i nuovi veicoli devono raggiungere: per le autovetture, 93,6 g/km di emissioni di CO2 a partire dal 2025 e 49,5 g/km a partire dal 2030 (per i veicoli commerciali leggeri, rispettivamente 153,9 e 90,6 g/km, sulla base del WLTP). Nell’UE, i produttori che hanno venduto una certa percentuale (inizialmente il 15 % dal 2025, che salirà al 35 % dal 2030) di veicoli a basse emissioni di CO2 beneficeranno di un obiettivo leggermente meno severo per incoraggiarli a continuare a promuovere veicoli a bassissime emissioni di CO2. In Svizzera, invece, questo incentivo sarà quasi completamente eliminato. Si applicherebbe solo agli anni di transizione 2025 e 2030 (rispetto a tutti gli anni nell’UE). Inoltre, si applicherebbe solo ai veicoli commerciali leggeri (rispetto alle autovetture nell’UE) e solo alle auto puramente elettriche (nell’UE, si applicherebbe a tutti i veicoli che emettono meno di 50 g/km di CO2).


Il presidente centrale dell'UPSA e consigliere nazionale Thomas Hurter. Foto: media UPSA

L’UPSA chiede la parità di trattamento 
Come auto-suisse, ad esempio, l’UPSA si sta impegnando politicamente a Berna affinché non venga introdotta la «Swiss Finish». «Gli incentivi della nuova legge sul CO2 sono meglio definiti di quelli del progetto di referendum nazionale del giugno 2021», spiega il presidente centrale dell’UPSA e consigliere nazionale Thomas Hurter. «Sarebbe incomprensibile se la Svizzera perseguisse valori obiettivo più severi per le emissioni di CO2 con uno ‚Swiss Finish’ rispetto all’UE, anche se la Svizzera può difficilmente influenzare il mercato automobilistico. Ciò complicherebbe notevolmente le condizioni dell’industria automobilistica svizzera, che non ha produttori nazionali e importa in Svizzera veicoli prodotti per il mercato europeo.» Tanto più che i valori obiettivo a partire dal 2025 sono comunque una sfida, vista la quota stagnante di nuovi veicoli elettrici, e l’assenza di incentivi sarebbe soprattutto controproducente per l’ambiente.
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